La torre risale presumibilmente al XIII secolo e dovrebbe essere costruita sui resti di un'antica villa rustica, di cui sono stati rinvenuti pochi resti nel 1919. Massiccia (lo spessore del muro in basso è di circa m. 1.50) e quadrata (circa 7 metri per lato), Tor Carbone è alta soltanto 8 metri circa, a causa del crollo dei piani superiori. È costruita con blocchetti irregolari di selce e presenta inserti in laterizio e frammenti di tufo, marmo e peperino. Piuttosto complessa è la questione del nome. Si può supporre un collegamento con uno dei vari Papirio Carbone dell’antica Roma, che avrebbe avuto qui una proprietà suburbana; il cognomen avrebbe dato il nome alla tenuta. Nelle immediate vicinanze di Roma però esistono altre due tenute denominate Tor Carbone e attestate già in età medioevale: una sull'antica via Labicana (l'attuale via Casilina) e una sulla via Portuense nei pressi del Castello della Magliana. Poiché entrambe le tenute furono per certo di proprietà dei Carboni, l'ipotesi di accreditare anche la tenuta sull'Appia a questa famiglia può essere ritenuta quanto meno pertinente.Gaio Papirio Carbone fu un oratore e un politico romano.
Sostenne le riforme di Tiberio Gracco e collaborò con il fratello di quest'ultimo, Gaio Gracco, alla realizzazione delle leggi agrarie, in qualità di triumvir agris dividendis. Nel 131 a.C. presentò come tribuno della plebe una legge per la votazione segreta durante l'entrata in vigore e l'abolizione delle leggi. Fu eletto triumvir agris dividendis col compito di attuare la legge agraria.
Sostenne le riforme di Tiberio Gracco e collaborò con il fratello di quest'ultimo, Gaio Gracco, alla realizzazione delle leggi agrarie, in qualità di triumvir agris dividendis. Nel 131 a.C. presentò come tribuno della plebe una legge per la votazione segreta durante l'entrata in vigore e l'abolizione delle leggi. Fu eletto triumvir agris dividendis col compito di attuare la legge agraria.
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